La sola modifica dell'importo dei canoni di affitto d'azienda non comporta una risoluzione del contratto originario, “trattandosi di modificazioni accessorie della correlativa obbligazione” (Agenzia delle Entrate, risoluzione n. 60/E/2010). Pertanto, essendo facoltà delle parti contraenti stipulare una nuova scrittura privata o un nuovo atto pubblico, non è previsto obbligo di comunicare all'Amministrazione Finanziaria il sopravvenuto accordo di riduzione dei canoni di affitto di azienda (o di ramo d'azienda).
Per attribuire data certa all'accordo di riduzione dei canoni, in via facoltativa si potrà registrare la scrittura privata non autenticata, richiamando il contratto originario e i relativi estremi di avvenuta registrazione, pagando l'imposta di registro prevista “in caso d'uso”, pari a € 200, oltre all'imposta di bollo. A condizioni particolari (risposta all'interpello 21.12.2018, n. 124) la registrazione dell'atto con il quale le parti dispongono esclusivamente la riduzione del canone di un contratto di locazione ancora in essere può essere esente anche dalle imposte di registro e di bollo.
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